DADAISMO A PARIGI
A Parigi il Dadaismo è caratterizzato dalla stretta connessione con il mondo letterario. FRANCIS PICABIA (1879 – 1953) Nel raggiungere la sua maturità creativa fu fondamentale l’incontro con Duchamp nel 1910. Dopo, a New York, iniziò una serie di lavori ispirati al mondo delle macchine, dove si mescolano ruote, manovelle, ingranaggi, stantuffi, pistoni. Questi meccanismi irridono il culto della macchina e spesso alludono a rapporti sessuali. Le sue opere relative a questo periodo propongono ironicamente temi meccanicistici di casuali grovigli di parti metalliche, dipinti e disegni di macchine ispirati dal suo amico Marcel Duchamp. Nel prendere macchine, o parti di esse, già fatte e citarle (senza mistero né ambiguità) Picabia è più scoperto rispetto a Duchamp. Picabia si lascia coinvolgere totalmente dalla letteratura e dalla poesia dadaista, coinvolgimento che lo ha reso uno dei più aggressivi e nichilisti membri del Dadaismo e propugnatore di idee sulle riviste DADA. |
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DADAISMO A ZURIGO
Attorno al Cabaret Voltaire ruotarono artisti provenienti da varie parti d’Europa che esplorarono linguaggi diversi. HANS ARP (1886 – 1966) Nel 1916 realizza i primi assemblaggi usando legni colorati con cui dà vita a incastri di forme biomorfiche. Tutta l'arte di Arp è segnata dalla ricerca, attraverso la spontanea creatività dell'artista, determinata dal caso, di una essenza spirituale della realtà, quale essa è, al di là delle forme concrete in cui solitamente si manifesta; essenza che non riusciamo a cogliere, al di fuori della creazione artistica, perché la nostra percezione è abituata a muoversi soltanto nel mondo delle forme concrete, perdendo la capacità di andare oltre il livello della realtà materiale. Il Dadaismo rifiuta ogni atteggiamento razionale basandosi solamente sulla casualità. RITRATTO DI TRISTAN TZARA (1916-1917). Il volto di Tzara diventa un ritmo di forme dai contorni morbidi e sinuosi e di colori diversi che animano la superficie. Il ritratto (uno dei generi tradizionali per eccellenza) qui viene completamente slegato dal modello: l’irrazionale, l’inconscio, il gioco, la leggerezza prendono il sopravvento sul funzionalismo. Gli elementi di questo ritratto sembrano essere “caduti” casualmente sul piano come le foglie di un albero e non si allineano con simmetrica geometria. Quindi creano una forma nella quale ciascuno può leggere qualsiasi cosa, secondo la propria sensibilità e i propri stati d’animo, come nelle nuvole bianche in un cielo estivo. L’opera è quindi affidata completamente all’atto spontaneo dell’artista che la crea e alla libertà di lettura di chi la osserva. QUADRATI DISPOSTI SECONDO LE LEGGI DEL CASO (1917). Arp crea una serie di collage in cui delle striscioline di carta sono lasciate cadere casualmente sul pavimento: la composizione che ne deriva viene poi studiata e riproposta in collage astratti, le cui forme e colori generano raffinate armonie ritmiche. Questa tecnica è il parallelo di quella messa a punto da Tzara per la creazione di un componimento poetico. |
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DADAISMO IN GERMANIA
Il Dadaismo in Germania si diffuse maggiormente a Berlino, Colonia e Hannover. Inizialmente si limitò a diffondere le nuove idee dadaiste per un rinnovamento delle forme poetiche e visive. Dopo, in relazione alla situazione sociale e politica della Germania, assunse connotazioni politiche forti. Tentò il collegamento tra rivolta politico-economica e sovversione estetica e le opere sono uno strumento di denuncia verso il militarismo e la società capitalistica. I dadaisti tedeschi giocano su accostamenti stridenti creando spesso fotomontaggi con immagini reciprocamente incongrue che assumono una forte carica di denuncia politica. JOHN HEARTFIELD (1891 – 1968) Ebbe il coraggio di mostrare, attraverso fotomontaggi, al pericolosità del Nazismo, irridendo il simbolo della svastica e rappresentando Hitler come una macchina di distruzione. Il suo stile consiste in interventi con fotomontaggi con cui crea accostamenti ingegnosi e imprevisti che celebrano il disordine esistenziale, con un intento di protesta e di denuncia. ADOLF IL SUPERUOMO CHE INGOIA ORO E VOMITA SCIOCCHEZZE (1932). Heartfield ha utilizzato quest’immagine come poster propagandistico per le elezioni di quell’anno. In questo fotomontaggio l’autore vuole evidenziare i rapporti di Hitler con il grande capitale che lo sosteneva al pari di una colonna vertebrale fatta di monete impilate, mentre una svastica occupa il posto del cuore. In effetti vediamo l’esofago del futuro dittatore come in una radiografia a indicare che la colonna portante del Nazismo è il capitalismo, infatti una parte dello stomaco è già piena di monete. KURT SCHWITTERS (1887 – 1948) Nel 1918 inizia a eseguire collage con ogni genere di rifiuto e il termine che scelse per definire il suo operato era “merz” (=costruzione). Dilata i confini dell’arte ed esplora un’originale relazione tra l’arte e la vita. Più che collage, sono assemblaggi, aumentando le dimensioni delle sue opere e facendo coesistere materiali bidimensionali e tridimensionali. Scegli oggetti usciti da lavorazioni artificiali, ma poi regrediti a uno stato di natura per corruzione e decadimento. MERZBAU (1923 – 1943). L’artista inizia ad assemblarla nel suo studio, ma presto l’opera si insinua in tutta la sua abitazione, Schwitters quasi ne perde il controllo e Merzbau diventa gigantesca. E’ un’opera ambientale, l’artista si dilata e occupa un’intera stanza fino a rendere necessario un buco nel soffitto per farla proseguire al piano superiore. È un agglomerato di materiali e oggetti diversi, unificati tramite superfici pulite e spigolose. Rappresenta luoghi e momenti della sua vita, ma anche persone, conoscenti, amici e affetti. Quindi, in circa vent’anni, il suo studio divenne una sorta di autoritratto, un luogo in cui l’artista depositava i suoi oggetti più cari. La struttura crebbe in modo disordinato, come una giungla architettonica, piena di richiami affettivi e simbolici. L’ambiente si presentava come un labirinto percorribile, come una gigantesca rappresentazione della mente dell’autore, delle sue affezioni, ossessioni e zone cupe. Opera di una vita, Merzbau venne raso al suolo da una bomba nella 2° Guerra Mondiale. |
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