ANTONI GAUDI' (1852 - 1926)
Gaudí coglie la lezione dello spirito preraffaellita e gli ultimi echi del Romanticismo. Da qui gli vengono la venerazione per le antichità gotiche e per la natura come fonte di ispirazione degli elementi strutturali oltre che per quelli decorativi. Gli archi portanti e i contrafforti dell’architettura gotica per lui però erano brutte “stampelle” e in quanto tali dovevano essere eliminati. Infatti tutta la sua carriera sarà dominata dall’ossessione di trovare la forma che assorba tutte le sollecitazioni statiche di un edificio e ne distribuisca il peso senza bisogno di sostegni.
La sua tecnica costruttiva prescinde dalla razionalità e dall’economia delle norme edilizie. Il suo stile poggia sulla fantasia con cui mescoli elementi disparati e accoglie le più varie suggestioni per creare qualcosa di individuale e irripetibile. Dietro l’impressione di apparente arbitrarietà e di irrazionale abbandono alla decorazione e alla stravaganza, ogni piccolo dettaglio è studiato e progettato con cura. Gaudí usa il cemento armato come elemento base su cui poi sovrappone azulejos o pietra a coprirlo. Grazie al cemento armato può creare elementi fortemente aggettanti e anche gli interni possono avere semplici muri divisori e non portanti. Gaudí fu il più creativo ed eclettico architetto del momento, esprimendo una forza davvero vulcanica sia nelle invenzioni formali che in quelle decorative. Ne deriva un'architettura fantastica e intensamente espressiva. CASA BATTLO’ (1905 – 1907). E’ un immenso edificio in cui gli elementi decorativi si integrano nella struttura. La superficie del palazzo risulta muoversi come quella di un essere vivente con effetti che ricordano le venature dei vegetali, ma anche muscoli e ossa. Gaudí sostituisce la superficie piana della facciata esistente modellando plasticamente i balconi e le finestre intelaiate da esili colonne e nervature che somigliano a ossa (soprattutto le colonnine della grande finestra al primo piano). Gaudì esclude ogni riferimento alla linea retta, agli angoli e spigoli vivi, per inneggiare alla natura. La facciata è ricoperta da mosaici policromi in ceramica, il rivestimento è iridescente e i singoli pezzi sono disposti in modo da massimizzare la captazione e il riverbero della luce. La facciata, al piano terra e ai primi due piani, incorpora colonne di pietra slanciate di forma ossea, decorate con elementi floreali tipicamente modernisti. Il tetto sembra formato da squame che simulano il dorso di un animale (un armadillo?). C’è una grande attenzione ai dettagli, Gaudí progettò anche i mobili e le rifiniture degli interni come lo straordinario vano scala che si attorciglia su se stesso e il patio interno rivestito in ceramica blu sfumata verso il basso per dosare la luce. Gli interni si fondono l’uno nell’altro e sulle pareti (come all’esterno) sono assenti spigoli e linee rette. CASA MILLA’ o LA PEDRERA (1905 – 1910). L’imitazione della natura è evidente nella facciata in pietra, sinuosa come una parete di un canyon plasmata da vento e acqua. Gaudí adotta come elemento fondante la linea curva che trionfa in svariati motivi presenti nella pianta, nella struttura, nella facciata, negli interni e nei mobili. La immagina come una grande roccia scavata dal vento e dalla pioggia, da ciò deriva il soprannome “pedrera”, cioè cava di pietra. Domina incontrastata la linea curva che elimina ogni spigolo creando una sorta di moto ondoso che anima ininterrottamente le superfici. La facciata per esempio segue una successione di linee serpentinate che evidenziano i solai di separazione di ogni piano e creano un complesso gioco di ombre. Le finestre hanno una collocazione irregolare e sembrano bocche di caverne, le inferriate dei balconi rielaborano motivi naturalistici e sono delle vere e proprie sculture in ferro. Il materiale usato nella facciata è trattato evidenziando al porosità della pietra che sembra essere scavata da intemperie naturali più che da abili artigiani. Fu questo particolare a farle dare il nome “pedrera” (= cava di pietra). La struttura portante è costituita da pilastri disposti in maniera irregolare, secondo un andamento curvilineo e muri portanti interni che sostengono l’edificio scaricando il peso dalle facciate. La linea curva si vede in ogni dettaglio, anche nel cortile interno che è un grande ovale chiuso in alto da una cornice ondulata e nei balconi, tutti diversi tra loro, chiusi poi da ringhiere in ferro battuto con forme anch’esse curvilinee. La linea serpentinata si spinge fino al tetto, sostenuto da archi paraboloidi di diverse altezze. Il tetto ricrea un mondo onirico e suggestivo dove comignoli e condotti di areazione si trasformano in inquietanti forme tortili che ricordano strutture vegetali e scheletri animali. Viene usato il cemento armato, il ferro battuto e il vetro armato nella pavimentazione dei balconi. Il grande edificio si sviluppa quindi su una superficie irregolare, organizzata attorno a due cortili mistilinei. Asimmetria e irregolarità dominano anche le piante dei singoli appartamenti interni, che sono uno diverso dall'altro per forma, dimensioni e orientamento dei locali. PARCO GÜELL (1900 – 1914). Questo spazio diventa un tempio del gioco e della libertà immaginativa. I padiglioni sono dominati da un carattere fantastico, lirico e cromatico. Gli elementi si associano al mondo delle fiabe. E’ un grande complesso urbano ispirato al concetto della città–giardino. Si cerca un ritorno a ciò che è naturale, salutare e di fuggire dall’insalubre città. Gaudí manipola abilmente le architetture del parco in modo tale da evocare un armonioso equilibrio tra l'ambiente costruito e l'ambiente naturale: le forme create da lui, infatti, intuiscono attivamente le dinamiche evolutive della natura e si compenetrano con essa grazie alle loro forme ondulate e caotiche. La curva e l’ondulazione serpeggiante dominano il ritmo del parco. I pilastri diventano sempre più simili ad alberi e la loro stessa inclinazione abbandona la verticale per raggiungere forme nuove e suggestive. Gaudí qui dimostra la capacità di sposare materiali di origine artigianale e industriale, dal ferro ai mattoni modellati, da inserti in ceramica policroma alla pietra scolpita. SAGRADA FAMILIA (1883 - …). Gaudí ci lavorò per oltre 40 anni ed è ancora oggi incompiuta. Come le cattedrali gotiche è impostata secondo uno sviluppo verticale ed è maestosa. Ma queste influenze sono ripensate secondo una propria visione basata su asimmetrie, rimandi zoomorfi ed elementi decorativi in metalli e ceramiche policrome. Delle tredici guglie previste ne sono state realizzate solo quattro sovrastanti un portale che si estende a tutta la parte bassa della facciata. Le guglie sono “allacciate” in alto da una fascia che spinge l’occhio verso il cielo come del resto tutta la superficie nata dal senso mistico dell’ascensione dalla terra al cielo. Come, del resto, tutta la superficie nata dal senso mistico dell’ascensione dalla terra al cielo. La grande facciata si eleva direttamente da terra, senza basamento, e presenta una straordinaria profusione di elementi scultorei. Le quattro torri, traforate e affusolate, ricordano i termitai o i castelli di sabbia. Le torri sono coronate da cuspidi di forma geometrica, coperte con ceramiche dai colori vivaci. All’interno la luce filtra da più direzioni: dal centro delle volte, attraverso appositi fori che captano la luce esterna, e attraverso le grandi vetrate perimetrali. Le vetrate hanno colori diversi a seconda della parete in cui si trovano e creano un ambiente unico all’interno, dove ai fedeli sembra di essere circondati da un vero arcobaleno Gaudì reinterpreta secondo la sua visione naturalistica le cinque navate che compongono la grandissima chiesa, queste sono divise da file di colonne i cui fusti poi si biforcano più volte come rami da un tronco e quindi riproduce l’idea di una foresta pietrificata. E’ una geniale rivisitazione dello stile neogotico a cui si uniscono elementi barocchi e il gusto tipico dell’Art Nouveau fino a creare un luogo di grande spiritualità talmente complesso e originale che se ne prevede il completamento solo nel 2026. |
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