ARCHITETTURA GOTICA IN ITALIA
Il Gotico in Italia ha caratteri stilistici molto diversi rispetto all’architettura europea. C’è una certa “resistenza al Gotico”, e il modello della cattedrale francese non trova sostanzialmente applicazione.
In Italia permangono i valori estetici e costruttivi del Romanico; inoltre i committenti sono frammentati (rispetto alle monarchie europee) perché in Italia c’è l’impero, il papato, gli ordini religiosi e i comuni. Le proporzioni sono quindi mantenute, lo slancio verso l’alto è contenuto, la muratura persiste e quindi anche la decorazione ad affresco. GOTICO CISTERCENSE. Lo stile cluniacense era considerato troppo fastoso, decorato e sontuoso. Quindi si ricercano piante più semplici per esempio quella longitudinale a croce commissa con abside rettangolare. Le chiese sono sempre a tre navate, con o senza transetto, l’abside ha la parete piana con una grande finestra rotonda (detta oculo). Le campate sono coperte da volte a ogiva costolonate. Vengono reinseriti i muri e le finestre non sono istoriate, ma bianche. Le pareti vengono imbiancate, mentre la struttura rimane scoperta. Quindi l’ossatura scarna della chiesa spicca su vele e mura bianche, esaltate da una luce diafana, espressione di un ideale estetico affidato all’essenzialità. Gli ambienti che ne derivano sono estremamente semplici, è bandito ogni elemento di sfarzo e di decorazione scultorea. ABBAZIA DI FOSSANOVA (1187). La chiesa si presenta di una spettacolare e severa grandiosità. I monaci cistercensi edificarono un’abbazia semplice, ma di grande effetto, dovuto soprattutto all’uso della pietra nuda come principale elemento di costruzione e di decorazione. La possanza della facciata è accentuata dall’esposizione dei potenti contrafforti. Fissa la tipologia del complesso abbaziale, con gli ambienti distribuiti attorno al chiostro. La stessa purezza della forma distingue anche le altre costruzioni conventuali. La pianta della chiesa è a croce latina con tre navate e transetto sporgente, il coro è quadrato e ha delle cappelle laterali. All’interno lo spazio è tendente al verticalismo, benché frenato dalla robustezza delle strutture. Il forte divario in altezza tra la navata centrale e le laterali viene sottolineato anche in facciata, dove si apre un portale a sesto acuto dalla profonda strombatura e un rosone. All’esterno i contrafforti percorrono tutto il corpo longitudinale. |
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GOTICO FRANCESCANO E DOMENICANO
Un contributo fondamentale all’edilizia religiosa venne fornito, a partire dagli anni ’30 del Duecento, dai nuovi ordini mendicanti: Domenicano e Francescano. L’importanza della predicazione, che doveva avvenire all’interno di uno spazio unificato e la necessità di adottare un impianto semplice e povero (sull’esempio dei Cistercensi), indusse a costruire chiese a sala con un’unica navata, spesso anche rinunciando alla copertura a volta. BASILICA DI SAN FRANCESCO (Assisi, 1228 – 1253). La pianta è a croce commissa e ha due ambienti distinti e disposti su due livelli diversi: la chiesa inferiore (per ospitare le reliquie del santo); quella superiore (per accogliere i pellegrini). Questa conformazione particolare è dovuta anche alla collocazione su un terreno in forte pendenza. Nella Basilica di San Francesco gli elementi gotici si fondono con gli elementi appartenenti allo stile romanico, come ad esempio si può notare già dalla facciata: lo stile semplice della facciata con il tetto a spiovente e il robusto campanile richiamano sicuramente la tradizione del romanico umbro. La facciata è inoltre scandita da due cornici marcapiano e ornata solo dal grande rosone. Gli archi a sesto acuto dell’interno, così come il rosone della facciata, i contrafforti e gli archi rampanti che uniscono la Basilica superiore a quella inferiore sono invece chiari elementi gotici. Sui fianchi infatti vediamo possenti contrafforti semicilindrici che scaricano al spinta delle volte interne con archi rampanti. La CHIESA INFERIORE ha un’unica navata (suddivisa in quattro campate), ha un transetto, un’abside semicircolare e delle cappelle laterali rettangolari. I pilastri sono bassi e tozzi e le volte a crociera ogivali sono molto ribassate. All’interno, la Basilica inferiore, con i suoi corti e possenti pilastri, le basse volte costolonate, gli archi impostati quasi ad altezza d’uomo, denuncia chiaramente la funzione di sostegno per la chiesa superiore. È un ambiente austero, oscuro, dominato dalla massa muraria, di gusto ancora marcatamente romanico. Sull’unica navata si affacciano delle cappelle, alcune delle quali rese celebri dai loro preziosissimi cicli di affreschi. Sembra una grande cripta perché è poco illuminata e bassa. E’ una robustezza voluta perché deve reggere il peso della costruzione superiore. La CHIESA SUPERIORE ricalca la pianta di quella inferiore e quindi è ad aula unica con quattro campate, ha il transetto e l’abside poligonale. Questa è coperta da slanciate volte a crociera. La Basilica superiore si presenta come un’aula magna ampia e spaziosa, slanciata, luminosa. Qui, i caratteri architettonici del Gotico sono molto più evidenti. La navata è attraversata da grandi archi a sesto acuto che si impostano su semipilastri a fascio. Acuti sono anche gli arconi che incorniciano le finestre e acute sono le ampie volte a crociera che coprono le campate e scandiscono la navata. Un ballatoio corre sotto le finestre contribuendo a contraddire e a frenare, visivamente, ogni slancio verticalistico delle strutture. L’accentuata verticalità e l’evidenza delle nervature e della struttura a scheletro sono soluzioni tipiche del Gotico d’oltralpe. Ma questa basilica mantiene dimensioni contenute, linee semplici e larghe superfici murarie per accogliere (secondo la tradizione italiana) le decorazioni ad affresco. E’ il regno della luce che entra in grande quantità dal claristorio ed è amplificata dagli affreschi in azzurro e oro delle pareti e delle volte. A Firenze il pensiero razionalista esalta la ragione, quindi anche il Gotico non è mistico come quello francese, ma più razionale e misurato. SANTA MARIA NOVELLA (dal 1279). E’ la chiesa domenicana di Firenze. C’è un processo di unificazione dello spazio. Anche se ha tre navate assume quasi un aspetto di unica grande sala, per l’equilibrio tra l’altezza della navata centrale e quella delle navate laterali. La navata centrale è molto ampia e leggera e non c’è più una separazione netta tra le tre navate. La copertura a volte a crociera e gli archi delle campate sono profondi e a sesto acuto. Le sei campate hanno una dimensione che va a diminuire avvicinandosi al coro, ciò crea un’illusione prospettica che “avvicina” l’altare al fedele. L’abside è a pianta quadrata, il che testimonia la grande semplicità compositiva. La tarsia marmorea (in bianco e verde) evidenzia la struttura e i limiti fisici della chiesa, quindi la “razionalizza” mostrandone i limiti in maniera chiara (tipico dello stile fiorentino). La facciata fu realizzata da Leon Battista Alberti nel Quattrocento. SANTA CROCE (dal 1295). E’ la chiesa francescana di Firenze e venne realizzata sul progetto di un grande architetto-scultore del Duecento: Arnolfo di Cambio. Ha tre navate, il transetto ha cinque cappelle per braccio e l’abside è poligonale. E’ un ambiente immenso e si ha l’impressione di essere in un’unica, estesa sala. La grandiosa opera di semplificazione (tipica dell’ordine francescano) culmina nel grande tetto realizzato secondo l’antico metodo della copertura a capriate lignee. All’interno trionfa il tema della luce e il moto ascensionale è frenato dal ballatoio che corre lungo il perimetro della navata centrale e dalle capriate lignee del tetto, trasversali alla navata centrale. L’interno è austero e spoglio, in conformità con lo spirito dell’ordine religioso e molto simile agli interni delle basiliche paleocristiane. La Basilica è famosa anche perché custodisce numerose tombe di uomini illustri, infatti lungo le sue pareti si trovano tombe e monumenti funerari, mentre sul pavimento si contano 276 pietre tombali. Tra i personaggi sepolti qui troviamo: Galileo Galilei, Michelangelo Buonarroti, Niccolò Machiavelli, Vittorio Alfieri, Ugo Foscolo, Leon Battista Alberti. SANTA MARIA DEL FIORE (dal 1296). Nacque intorno alla vecchia cattedrale di Santa Reparata. Il progetto fu affidato sempre ad Arnolfo di Cambio che ormai godeva di indiscusso prestigio a Firenze. Anche se le successive campagne di intervento per il compimento della cattedrale non ci consentono di identificarla come opera arnolfiana. Ogni progetto ingrandisce la cattedrale perché la città di Firenze è sempre più ricca e importante. I lavori sono diretti da Andrea Pisano (1337-1341) e poi da Francesco Talenti (dal 1349). L’idea originaria, su cui operarono anche gli architetti successivi, fu di fare un grandioso edificio a tre navate e un transetto che fa corpo col presbiterio strutturandosi in un ambiente organico trilobato su cui si affacciano, radialmente, le cappelle. E’ Gotico l’uso dei costoloni, degli archi acuti e la disposizione radiale delle cappelle. Innovativa è l’idea di innestare le navate in un ampio coro esagonale, trilobato e coperto da una grandiosa cupola. Viene quindi fusa una struttura concentrica (organismo trilobato che converge sull’ottagono centrale su cui si sarebbe impostata la cupola) con un corpo longitudinale (costituito dalle navate). Quindi l’architettura italiana del Duecento fonde motivi gotici in un contesto spaziale e linguistico antico, saldo e solenne. La cupola a sesto acuto doveva ergersi sopra al tamburo ottagonale. Non venne finita perché subentrò una crisi economica, un periodo di carestie ed epidemie e di lotte sociali. La chiesa rimase quindi senza cupola fino al Rinascimento. La facciata era totalmente spoglia. Lo spazio interno è essenziale e richiama le decorazioni a contrasto bianco (intonaco) e grigio (pietra serena). Il pavimento è a mosaico bello e accurato. CAMPANILE DI GIOTTO. (1298 - 1359). Dopo la morte di Giotto (nel 1337) il progetto fu continuato da Andrea Pisano, che finì i primi due piani rispettando il progetto dell’artista. La struttura, slanciata ed elegantissima (84,70 x 14,45 m), ha pianta quadrata con contrafforti angolari a forma di pilastri poligonali che salgono fino alla sommità, ed è divisa orizzontalmente da cornici che delimitano cinque piani sovrapposti. Le nervature agli spigoli aumentano la potenza della costruzione. La parte bassa è curata direttamente da Giotto e basata su fasce orizzontali, ha rilievi entro formelle ottagonali eseguiti, in parte su disegno dallo stesso Giotto, da Andrea Pisano. Il secondo livello ha una maggiore verticalità per aumentare la leggerezza dell’insieme; predispose poi delle nicchie che contenevano sedici statue di profeti, sibille e del Battista e, al di sopra altre nicchie cieche. Il terzo livello ha le finestre (due bifore e una trifora) anch’esse per alleggerire visibilmente l’aspetto generale dell’edificio. Nonostante la pluralità d’interventi, il campanile appare una struttura unitaria soprattutto al rivestimento di marmi policromi e agli slanciati contrafforti angolari che, salendo fino alla sommità, raccordano fra loro i diversi piani. L’edificio è esemplare dell’arte ogivale del Trecento, nella quale le forme di Gotico d’oltralpe sono temperata da un’irrinunciabile esigenza di solidità strutturale ed equilibrio di volumi d’ascendenza classica. PALAZZO DELLA SIGNORIA (dal 1298). La città, al tempo, era violenta e quindi doveva essere un palazzo fortificato. Infatti venne usata la pietra forte e l’edificio è completamente chiuso al piano terreno e le finestre cominciano solo ai piani superiori. La piazza davanti al palazzo fu fatta per eliminare eventuali appoggi per ponti gettabili da case torri. In alto c’è un ballatoio aggettante con merli guelfi, che servivano a proteggere balestrieri e quelli che tiravano l’olio bollente. La torre in alto è l’ultimo baluardo difensivo. I merli della torre sono ghibellini. Il messaggio dell’unione di merli guelfi e ghibellini è quello di dire che una volta al governo, bisogna dimenticare la propria fazione e governare per il bene di tutti. La facciata è asimmetrica: la parte destra e quella sinistra sono in un rapporto di proporzione aurea (specchio dell’armonia all’interno del palazzo e della città). |
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