WALTER GROPIUS (1883 - 1969)
OFFICINE FAGUS (1910 – 1912). Gropius dà prova di saper usare in modo innovativo ferro, vetro e cemento armato e restituisce un’immagine accattivante e moderna della fabbrica.
La fabbrica Fagus con le sue grandi vetrate annulla lo spazio effettivo dell’ambiente di lavoro per relazionarsi con l’esterno. I vetri permettono al mondo esteriore di entrare nel ‘mondo-lavoro’ e creare una nuova identità dell’edificio. Si rivoluziona così il rapporto tra spazio interno ed esterno, concepiti come due entità da porre in relazione di osmosi e non più nettamente separate. La fabbrica doveva dare un senso di apertura e mostrare all’esterno le caratteristiche artigianali della lavorazione fatta all’interno. La struttura è in cemento armato rivestito poi da mattoni. I muri esterni sono sostituiti da pareti di vetro perché non hanno più la funzione di sorreggere l’edificio, ma solo quella di delimitarlo. Il tratto distintivo sta nell’aver reso vetrati gli spigoli del volume così da smaterializzare e alleggerire la percezione dell’intero edificio. Le strutture portanti fatte di piani orizzontali di vetro, ferro e mattoni, e le lesene scavate, ritmate verticalmente, tutte le direttrici convogliate nel parallelepipedo dell’ingresso principale, con quel portale che pare la stilizzazione di un pronao -ecco il tempio del lavoro- che assume in sé le linee di direzione della costruzione, invalida la massa plasticamente appesantita delle vecchie fabbriche per portare il sociale alla comunità. |
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MIES VAN DER ROHE (1880 - 1969)
Il suo stile è vicino alle teorie del De Stijl, perché è ossessionato (come Mondrian e Van Doesburg) dai rapporti proporzionali tra rettangoli. Ma queste idee vengono ulteriormente semplificate.
PADIGLIONE TEDESCO ALL’ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI BARCELLONA (1929). L’edificio è formato da un volume a pianta rettangolare, basato su un modulo quadrato, nel quale gli spazi fluiscono, uno nell’altro, senza suddivisioni rigide. Questo corpo principale è collegato da un passaggio esterno, sottolineato dalla presenza di una lunga panca in pietra, a un piccolo edificio di servizio, realizzato in mattoni intonacati, che contiene due uffici e i servizi igienici. Costruisce una nuova relazione tra interno ed esterno che vengono pensate in continuità. L’edificio non ha porte o finestre, ma aperture che nascono dalle feritoie degli angoli, come se fosse un parallelepipedo aperto. Il tetto è piatto e gli elementi strutturali sono ridotti al minimo (8 pilastri metallici di sezione cruciforme). La pianta è libera perché i pilastri consentono alle pareti di non essere portanti. Quindi c’è una differenziazione tra gli elementi strutturali e quelli che definiscono gli spazi. Ricorda gli studi architettonici portati avanti da Van Doesburg dentro il De Stijl perché bandisce le linee curve a favore delle relazioni tra linee ortogonali. I materiali usati sono molto eleganti: travertino, marmi preziosi, onice dorata, cristalli. |
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