Il Postimpressionismo si fa iniziare nel 1886, anno in cui ci fu l’ultima mostra degli Impressionisti.
Già nella Francia del 1880 il movimento impressionista si avviava al declino, ormai aveva esaurito la sua forza rivoluzionaria. Il pubblico e la critica erano ormai avvezzi alla tecnica e le vendite delle opere stavano aumentando e, allo stesso tempo, i pittori cominciavano a stancarsi dei limiti imposti da questo stile e non volevano più limitarsi a cogliere le sensazioni del momento fuggente. In questo momento l’Impressionismo viene identificato come uno stile borghese, materialista e troppo ottimista per i nuovi tempi storici. Uno stile che si sofferma sempre e solo sugli aspetti più leggeri del quotidiano e che ormai aveva perso la spinta innovativa e stava diventando “accademico”. Il Postimpressionismo è caratterizzato da tanti protagonisti molto diversi tra loro, che portano innovazioni antitetiche rispetto ai postulati dell’Impressionismo. Consiste più che altro nello sviluppo da parte di alcuni singoli artisti di quella sensibilità e di quelle tematiche che gli impressionisti avevano in parte intuito. Questa nuova generazione di artisti è consapevole che la pittura come sensazione ottica è finita e non può più essere un campo di ricerca. Adesso viene quindi rifiutata la semplice impressione visiva, soprattutto che questa possa essere esaustiva, e c’è la tendenza a cercare una nuova solidità dell’immagine, la sicurezza del contorno, la certezza e la libertà del colore, non più legato al reale. Gli artisti del Postimpressionismo non si accontentano più di cogliere la natura en plein air, affidandosi alle proprie sensazioni retiniche e arrivano a demolire il concetto stesso di pittura come imitazione della realtà. L’arte adesso è considerata una realtà autonoma, con regole, mezzi e caratteristiche proprie. Gli artisti postimpressionisti si muovono in due direzioni contrapposte: 1. Van Gogh e Gauguin vogliono cogliere l’elemento espressivo del mezzo pittorico, concependo l’atto del dipingere come un momento drammatico. Questi artisti esaltano l’emotività personale. 2. Cézanne e Seurat vogliono dare un fondamento scientifico alla pittura, usando i nuovi dettami della fisica del colore. Questi artisti cercano di lavorare con un’impersonalità scientifica. Questi due atteggiamenti si posero alla base dello sviluppo di gran parte dell’arte successiva, divisa infatti tra l’esaltazione dello stato d’animo del pittore (in cui l’opera viene intesa come mezzo per esprimere la realtà interna dell’artista) e, al contrario, la ricerca di un approccio scientifico e razionale (in cui l’opera viene intesa come descrizione della realtà esterna, autonoma dalla persona che la dipinge). |
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