ETA' IMPERIALE
L’età imperiale inizia nel 29 a.C. con la salita al potere di Augusto; egli promuove un programma culturale volto alla glorificazione di sé. Questo si traduce in interventi monumentali e capaci di idealizzare la figura dell’imperatore.
La capitale, nel periodo augusteo, acquistò un volto più monumentale e i marmi si sostituirono sempre più al travertino e al tufo. ARCHITETTURA MAUSOLEO DI AUGUSTO (29 a.C.). Augusto doveva aver visto la tomba di Alessandro Magno, che doveva essere composta da un grande tumulo di terra di forma circolare. Augusto riusa questa forma per il proprio sepolcro, articolandola in senso più grandioso (volle dare di sé l’immagine di un sovrano ellenistico). L’edificio rientra nella tipologia etrusco-italica della tomba a tumulo. Ha un diametro di 87 metri ed è costituita da una serie di camere in conglomerato di tufo disposte radialmente. All’esterno queste erano colmate di terra. La costruzione doveva avere più piani sovrapposti, con elevazioni architettoniche svettanti rispetto al tumulo. ARCO DI AUGUSTO (27 a.C.). Concepito come porta urbana, è un edificio onorario (eretto per testimoniare il restauro della Flaminia). L’intelaiatura, sobria ma potente, disegna e definisce lo spazio ordinandolo in un senso di equilibrio sereno e sicuro. E’ il riflesso della concezione del potere imperiale come potere assoluto e indiscutibile, ma sorretto da equilibrio e giustizia. Ha una sola fornice coperta da un arco a tutto sesto. E’ appoggiato su bassi basamenti, sull’attico c’era una quadriga bronzea imperiale (sostituita poi da merlature medievali). L’arco è affiancato da due semicolonne addossate alla parete (con una funzione solamente decorativa), danno un senso di slancio verticale, allontanando la sensazione di proporzioni tozze. TEATRO DI MARCELLO (13 a.C.). Ha una cavea a pianta semicircolare sorretta da articolate costruzioni. Muri a raggiera, collegati da volte a botte inclinate sotto i gradini della cavea, vengono interrotti da due corridoi concentrici, uno esterno, che si apre con arcate e uno più interno. All’esterno, gli ordini sovrapposti di arcate evidenziano la struttura di sostegno della cavea e l’impianto distribuito degli spazi. La facciata in travertino presenta tre ordini, i due inferiori con le arcate inquadrate da un ordine di semicolonne doriche (con capitelli tuscanici e prive di base) al piano terreno e ioniche superiormente. I due ordini sono separati da una fascia con risalti in corrispondenza delle semicolonne, che funge da marcapiano. L'attico al terzo piano, del quale restano poche tracce, si presentava invece a parete continua ed era decorato con paraste corinzie. L’effetto di variazione nella successione degli ordini delle semicolonne (tuscanico, ionico, corinzio) serve ad “alleggerire” visivamente il peso verso l’alto. Il tutto ottiene l’effetto di solennità equilibrata e ferma, in una proporzione perfetta. Adesso manca il terzo ordine perché è stato inglobato nel Palazzo Orsini. DOMUS AUREA (58 – 64 d.C.). Era la residenza dell’imperatore Nerone e si estendeva per 140 ettari (su tre colli romani). Era composta da una serie di ambienti chiusi che si distribuivano intorno a uno spazio trapezoidale aperto. Innovativa è la sala ottagonale, da cui si aprono a raggiera cinque ambienti mentre sugli altri tre lati si articola un portico. La copertura della sala è a volta a padiglione interamente in calcestruzzo sulla cui sommità si apre un oculo. La copertura, dal basso verso l’alto, cambia la sua forma da ottagonale a circolare. Gli ambienti laterali sono coperti con volte a botte e a crociera. Su ogni parete della sala si apre un’ampia fornice circolare, questa dà l’idea che la volta sia sostenuta da pilastri e non da muri. Con la dinastia dei Flavi (dal 69 d.C.) il linguaggio artistico fu orientato a manifestare il consolidamento della potenza imperiale. ANFITEATRO FLAVIO (70 – 80 d.C.) è chiamato “Flavio” dal nome della dinastia di imperatori che lo realizzò, mentre il nome “Colosseo” deriva da una statua colossale di Nerone che lo aveva fiancheggiato fino al Medioevo. Ha una pianta ellittica di dimensioni gigantesche (188 X 159 X 49 metri di altezza) e poteva ospitare 50.000 – 70.000 persone. La struttura portante è in blocchi di travertino, le volte e gli esterni dei muri sono in calcestruzzo. Per la prima volta lo stesso edificio mette insieme il sistema ad arco e quello ad architrave, in quanto tutti gli 80 archi che circondano al struttura su tre livelli sono incorniciati da semicolonne unite da un architrave continuo. All’esterno appare come una superficie curva e continua, organizzata su quattro livelli: tre ordini di arcate (in origine 80 per piano, ornate da statue), sormontate da un quarto piano in muratura continua con finestre (l’attico), questo è scandito da lesene corinzie e piccole finestre rettangolari, il tutto è alla fine coronato da una trabeazione. Le semicolonne ornamentali alternate alle arcate creano un ritmo serrato e un chiaroscuro vario e modulato, grazie alla curvatura continua dell’edificio. La cavea, suddivisa in cinque settori sovrapposti assegnati al pubblico in maniera gerarchica, è sostenuta da corridoi interni ad anelli concentrici coperti con volte a botte e a crociera. All'esterno c’è l’uso dei tre ordini architettonici alternati: tuscanico (simile al dorico, ma con colonne a fusto liscio e basamento); ionico; corinzio. Una volta entrati nelle gallerie che corrono lungo il perimetro interno dell’edificio, si può accedere alle gradinate (che venivano riparate dal sole e dalla pioggia con tendoni ad anello chiamati velari). Sotto la pavimentazione in legno dell’arena si snodavano corridoi e numerosi vani dove stavano i macchinari, le belve feroci, le ambientazioni e i gladiatori. Mentre il Partenone era votato a una vita individuale e contemplativa, il Colosseo esalta la massa, la collettività, con la funzione di sfogo. PALAZZO DI DOMIZIANO (81 – 96 d.C.). Occupò gran parte del Palatino, sostituendo costruzioni più antiche. E’ l’espressione del nuovo potere assoluto, caratterizzato dalla forma chiusa che si contrappone al carattere aperto dei palazzi precedenti (per esempio, la Domus Aurea). Il complesso riunisce diverse funzioni. Per la prima volta un unico complesso riuniva tutte le funzioni e le necessità della vita politica dello Stato, organizzate in modo organico e funzionale. VILLA ADRIANA (118 – 135 d.C.). Si estendeva per 126 ettari ed era la residenza rurale dell’imperatore, ma anche luogo di produzione, di svago e di riflessione a contatto con la natura. Quindi, oltre a due grandi edifici per l’imperatore, c’erano residenze per gli ospiti, per la servitù, magazzini, terme, templi, biblioteche, un circo, due teatri e immensi giardini con laghetti. Questi edifici classici combinano elementi architettonici egizi, greci e romani. Lo spazio è privo di limiti riconoscibili e gli edifici eterogenei ne fanno una sorta di cantiere in evoluzione. La planimetria che ne deriva è quindi articolata e originale, organicamente integrata con paesaggio intorno e conforme al terreno sottostante. Le architetture della Villa Adriana evidenziano la predilezione romana per la linea curva: piante rotonde e ottagonali, absidi, coperture a volta e a cupola. È anche una sintesi dei monumenti ammirati dall’imperatore, visti nei suoi viaggi e dei più famosi temi della statuaria greca. Il complesso della villa evoca l’architettura greca, egiziana e orientale, ma rielabora le forme con fantasia e libertà. PANTHEON (18 – 128 d.C.). E’ un tempio dedicato a tutti gli dei (pán = tutto, theón = divinità) voluto dall’imperatore Adriano. Col Pantheon si supera definitivamente la concezione del tempio a forma di parallelepipedo. E’ composto da: il profondo pronao, il corpo cilindrico e la cupola semisferica. Queste tre parti sono formalmente distinte per ottenere un insieme puro e armonico. La facciata del pronao, con otto colonne, l’architrave e il timpano è un omaggio ai templi greci (Adriano era un amante della classicità). Il corpo cilindrico ha un diametro di 43 metri ed è sormontato da una cupola emisferica. L’altezza del cilindro è pari a quella della semisfera, l’altezza totale dell’edificio è uguale al diametro del cilindro, quindi all’interno dell’edificio ci si può inscrivere una sfera. La forma della sfera fa riferimento alla perfezione considerato che la filosofia greca riteneva la sfera il solido perfetto, simbolo della volta celeste e del mondo. All’esterno la cupola, che è in agglomerato cementizio, ha un aspetto tozzo, dovuto al bisogno statico di appoggiarsi lateralmente alle profonde mura del tamburo. L’aspetto compatto degli imponenti volumi esterni si contrappone alla dilatazione degli interni. Infatti il tamburo (che ha uno spessore di sei metri) è scavato all’interno da sette profonde nicchie, rettangolari e semicircolari, che servirono per far asciugare uniformemente il calcestruzzo e per alleggerire la muratura. La cupola, invece, all’interno è scavata da cinque anelli concentrici di lacunari (cassettoni) che si restringono prospetticamente verso il centro, dove convergono in un grande oculo (di nove metri di diametro) che è l’unica fonte di luce. Anche i cassettoni servono per alleggerire la cupola e per migliorarne l’asciugatura in fase di costruzione. All’alleggerimento della struttura contribuisce anche il “graduare” i materiali che compongono il calcestruzzo (che si fanno più leggere via via che saliamo) e il fatto di ridurre lo spessore del muro (da 6 metri al livello del tamburo a 1,5 all’altezza dell’oculo). MAUSOLEO DI ADRIANO (130 – 140 d.C., oggi “Castel Sant’Angelo). E’ un riferimento esplicito a quello di Augusto, da cui riprende la forma e le dimensioni (lo schema “a tumulo” è uguale). E’ un’abile composizione di parallelepipedi e cilindri, di circonferenze e quadrati su piani diversi. Era costituito da un basamento in pietra (a forma di parallelepipedo, alto 12 metri) su cui poggiava un tamburo circolare. Sopra sorgeva un tumulo di terra alberato circondato da statue marmoree. Doveva essere ancora più monumentale per la ricchezza di marmi e statue che lo dovevano decorare. Nel Medioevo fu trasformato e nel Rinascimento divenne Castel Sant’Angelo. TERME DI CARACALLA (212 – 217 d.C.). Si estendevano per 100.000 m2 e comprendevano anche un parco. Potevano accogliere più di 1500 persone. C’erano tantissimi ambienti con scopi anche diversi: biblioteche, giardini, palestre, spogliatoi, oltre al calidarium, tepidarium e piscina. La struttura era rivestita in mattoni e realizzata in opus caementicium ed aveva sotterranei con le condutture che riscaldavano i vari ambienti. Una crisi sociale e politica colpì Roma nel III secolo d.C. e accelerò il processo di divisione del potere politico, iniziato con l’istituzione del governo tetrarchico (composto da due Augusti e due Cesari). Le sedi del potere politico vennero spostate verso le zone “incerte” delle frontiere dell’impero e furono nominate capitali: Treviri (in Germania), Milano, Sirmio (in Serbia), Tessalonicco (Salonicco odierna), Nicomedia (sul Mar di Marmara), Antiochia (in Siria), Costantinopoli e Ravenna. In architettura il nuovo orientamento espressivo si spostò verso le grandi dimensioni, in cui l’ardita articolazione delle masse si lega a un’abilità tecnica ormai straordinaria. PALAZZO DI DIOCLEZIANO (Spalato, 293 – 305 d.C.). Diocleziano era originario della Dalmazia e per questo fece costruire un palazzo, sua residenza, qui. Il complesso è la manifestazione del decentramento delle funzioni politiche, espressione della crisi dell’assolutismo imperiale. Con il fasto solenne e sontuoso del palazzo si voleva sottolineare il potere e la dimensione sovraumana dell’imperatore. Il palazzo ha dimensioni talmente grandi da sembrare una città, recintata come una fortezza. E’ realizzato con evidenti intenti di difesa. Il palazzo segue il modello del castro e quindi riusa i segni tipici della città: il cardo e il decumano. Le due vie principali si incontrano al centro, presso la “corte d’onore”. Artigiani provenienti dall’Asia Minore innestarono nuove modalità tecniche e artistiche. Per esempio la grande cupola che copre il mausoleo è rivestita, per la prima volta, da mosaici. Alla concezione razionale, funzionale e propagandistica si sta sostituendo una concezione più spirituale (destinata a imporsi con l’arte cristiana). BASILICA DI MASSENZIO (308 – 312 d.C.). Essa comprendeva una grande navata centrale che terminava con un’abside sul lato ovest ed era fiancheggiata da due ali minori. Le tre navate non furono coperte, come al solito, da travature piane poggiate su colonne bensì da volte impostate su pilastri. Questo sistema costruttivo permise alla navata centrale di salire ad un’altezza di m. 35, con una straordinaria semplicità e con estrema chiarezza di spazi fino ai rosoni dei cassettoni. E’ organizzata su tre navate, di cui le laterali sono coperte da grandiose volte a botte e quella centrale è sovrastata da tre volte a crociera, sostenute da possenti pilastri rafforzati da colonne. Un’enorme abside era posta sul alto lungo, opposto a quello di entrata. Costantino, poi, mutò quest’impostazione assiale, aprendo un ingresso sul lato corto e costruendo una nuova abside sul lato opposto. La struttura ora appare in laterizio, ma era impreziosita da marmi che la rivestivano completamente. |
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