Con questo termine si intende l’arte bizantina (in oriente) e l’arte germanica-preromanica (in occidente).
L’imperatore Costantino, con l’editto del 313, riconobbe la legittimità del culto cristiano; nel 380 la religione cristiana divenne religione di stato. L’arte paleocristiana si esprime quindi nella costruzione di chiese, mausolei e battisteri ispirati nello stile e nella forma ad alcuni edifici romani, di cui a volte si riutilizzano addirittura delle parti. Gli edifici cristiani voluti dall’imperatore mostrano una continua sperimentazione di forme e tecniche, derivata dalla necessità di esprimere i nuovi contenuti simbolici attingendo alle tradizioni costruttive locali. Le nuove basiliche dovevano caratterizzarsi come edifici pubblici, coerentemente inserite tra le costruzioni civili; semplici e solenni all’esterno, fastose e luminose all’interno. L’arte paleocristiana sta a metà tra il classicismo e l’arte medievale. LA BASILICA Spesso veniva eretta sulla tomba di un martire (= martýrion). Contrariamente ai riti pagani, quelli cristiani si svolgevano al chiuso e alla presenza di tutta l’ecclesia (la comunità di fedeli). Non era possibile quindi prendere in prestito la forma del tempio classico perché non sarebbe stata funzionale. Si guarda allora alle basiliche romane perché erano le uniche costruzioni realizzate per contenere moltitudini di persone in uno spazio chiuso. Prendendo a esempio le grandi aule di giustizia imperiali (le “basiliche”) vengono così costruite le prime chiese longitudinali. La basilica cristiana ha un andamento però longitudinale e l’ingresso è su uno dei lati minori. La lunghezza del percorso delle navate, indica simbolicamente il cammino che i fedeli devono fare per avvicinarsi all’altare, cioè a Cristo. L’adattamento alle esigenze del culto cristiano va poi a inserire l’altare, il coro riservato ai sacerdoti e le lunghe navate che permettono le processioni. La basilica è spesso preceduta da un quadriportico (uno spazio rettangolare porticato). Di questo, la parte corrispondente alla facciata della basilica si chiama "nartece". Frequentemente è a tre o a cinque navate, di cui quella centrale è più larga e più alta. In quelle laterali, da una parte stanno gli uomini e dall’altra le donne. L’aula si conclude con la parte adibita al rito, il presbiterio, generalmente rialzato e con abside semicircolare sul fondo. Il presbiterio è separato dalla navata centrale da un grande arco (= arco di trionfo). La navata centrale termina con un'abside (rivolta simbolicamente verso est, luogo dove sorge il sole, simbolo della presenza divina). La sua forma è spesso semicilindrica ed è coperta da un "catino absidale". Un transetto, cioè un corridoio trasversale, può concludere il percorso delle navate. Se il transetto incontra le navate al centro si dice a croce greca, se verso la zona del presbiterio a croce latina, se alla fine delle navate a croce commissa. Due file simmetriche di finestre sono disposte lungo la navata centrale (sfruttando la maggior altezza di questa rispetto alle laterali) e garantiscono un’illuminazione intensa e uniforme. La basilica ha una copertura a capriate lignee che, a volte, sorreggono un elemento intermedio composto da cassettoni in legno e poi ci sono gli spioventi del tetto. L’organizzazione della basilica è determinata da una precisa differenziazione di funzioni e rimarca la gerarchia di ruoli tra officiante e fedeli. L’officiante sta nella zona rialzata dove c’è l’altare, evidenziata anche dalla luminosità dell’abside; i fedeli occupano, divisi per sesso, le navate. La chiesa, come edificio, è fondamentale perché, simbolicamente, diventa il preambolo di come sarà il Paradiso. TEMPIO GRECO-ROMANO - Si erge sopra una scalinata dominando lo spazio circostante. - la cella, con la statua della divinità, è piccola e soltanto i sacerdoti vi entrano. - la cella non ha aperture (eccetto l’ingresso), quindi il simulacro della divinità è immerso nell’oscurità. - la decorazione figurativa si trova principalmente all’esterno (fregio nella cella e nella trabeazione, frontoni). - l’altare è collocato fuori dal tempio, normalmente davanti alla facciata. BASILICA CRISTIANA - si affaccia sulle vie o sulle piazze allo stesso livello o quasi del manto stradale. - la chiesa è grande perché deve accogliere tutti i fedeli. - la chiesa ha molte finestre, grandi e ravvicinate, quindi c’è un’intensa luminosità. - la decorazione figurativa si trova principalmente all’interno (pavimento e pareti delle navate, abside). - l’altare è collocato all’interno, in fondo all’aula, nel presbiterio. IL MOSAICO La tecnica del mosaico era conosciuta e ampiamente usata dai romani, ma adesso si evolve tecnicamente e dall’uso di questa tecnica solo per decorazioni pavimentali, si espande alle superfici murarie, sfruttando la trasparenza e la brillantezza delle nuove tessere di pasta vitrea colorata. La tecnica del mosaico permette un maggior controllo delle emozioni rispetto a quella della pittura. L’artigiano esperto nel mosaico voleva che le sue opere riflettessero il controllo sul mondo e sull’impero che i potenti avevano o desideravano avere. Nel mosaico ogni tessera è lì dove deve essere e niente è affidato al caso. In più i mosaici a differenza degli affreschi, davano una sensazione di solidità. Non creavano, come l’affresco, un’atmosfera, ma davano al dimensione della cosa vera, della realtà. Inoltre la divinità era paragonata a una sorgente di luce che si espande per emanazione, in contrapposizione all’opacità grave della materia. Quindi sia negli edifici civili che in quelli religiosi si ricercano effetti suggestivi luminosi, sfruttando la disposizione delle prese di luce e l’uso di materiali lucidi, levigati e rilucenti (marmo, argento, oro, vetro). La superficie del mosaico non è uniforme, le tessere erano calcolatamente collocate in modo da offrirsi alla luce con diverse inclinazioni e quindi aumentarne i riflessi luminosi. Il mosaico moltiplica la luminosità degli ambienti, dando vita a effetti di brillio vibrante e continuo. Le tessere venivano incastrate nell’intonaco fresco che veniva via via applicato sopra a un sottofondo sul quale era stato disegnato il soggetto da rappresentare (sul cartone preparatorio). BASILICA DI SAN PIETRO IN VATICANO (330). Nota anche come Basilica di Costantino, era ubicata a Roma, nell'area attualmente occupata dalla nuova basilica vaticana. Aveva dimensioni gigantesche per accogliere i pellegrini che affluivano alla tomba di Pietro. Era costituita da un’aula a cinque navate con la centrale rialzata e più larga, e coperta da capriate lignee. Le navate erano divise da quattro colonnati di ventidue colonne ciascuno, coperti da architravi nella navata centrale e da archi in quelle laterali. L'illuminazione interna era garantita dalle finestre che numerose si aprivano nella parte che si elevava della navata maggiore. Un'altra peculiarità di San Pietro era l'uso del transetto, il primo ad essere concepito come navata trasversale indipendente, alto come la navata centrale (ma meno ampio) e dotato di una propria copertura. La facciata presentava finestroni ad arco su due ordini. Il frontone aveva solo un piccolo rosone, mentre la parte corrispondente alla navata centrale era decorata con mosaici. La facciata a spioventi della basilica era preceduta ad est da un quadriportico dove sostavano anticamente i catecumeni durante la celebrazione dell'eucaristia. Al centro del quadriportico c'era una vasca in cui il fedele poteva purificarsi e rammentare il proprio battesimo. Il quadriportico aveva anche una funzione cimiteriale. BASILICA DI SANTA SABINA (420 – 432). La facciata è a salienti, cioè ricalca il profilo delle quote diverse delle navate interne. Ha una semplice pianta basilicale, suddivisa in tre navate da due file di colonne di ordine corinzio (materiale di spoglio proveniente da un tempio che sorgeva lì vicino). La navata centrale è alta e ampia, quelle laterali sono più basse, l’abside ha una copertura a catino. L’arco è l’elemento strutturale che lega il pieno della parete sovrastante con lo spazio aperto tra le colonne sottostanti. L’articolazione degli spazi è unitaria per favorire la preghiera e portare l’attenzione sull’altare. All’interno, sopra le arcate, si apre una fitta sequenza di grandi finestre, tre finestre simili si aprono anche nell’abside. Per numero e ampiezza delle aperture, la zona alta e centrale dell’edificio appare molto luminosa e alleggerisce l’intera struttura. La copertura è a capriate lignee, ma oggi risulta “nascosta” da un soffitto a cassettoni costruito secoli dopo. L’entrata è preceduta da un atrio rettilineo che si apre in arcate impostate su otto colonne. L’esterno è costituito da uno spoglio paramento di mattoni. Il portale conserva i battenti di legno originali, hanno pannelli rettangolari intagliati e registri di diverse dimensioni. Il programma iconografico rimanda all’antico testamento e alla vita di Cristo. BASILICA DI SANTA MARIA MAGGIORE (432 – 440). L’impianto longitudinale aiuta il pubblico a dirigere l’attenzione verso il punto dominante: la zona del presbiterio e dell’altare. L’interno, armonioso pur nella sua grandiosità, è diviso in tre navate da colonne ioniche sui cui capitelli poggia la trabeazione. Nel fregio sono inseriti 36 riquadri a mosaico con scene dell’antico testamento. Sono principalmente scene di massa in ambientazioni naturali di grande respiro, in cui i personaggi si muovono con vivacità. Il naturalismo è evidente nelle proporzioni e nell’accuratezza dei panneggi. Quindi una serie di figure vivaci si muovono sullo sfondo di architetture reali o di paesaggi naturali. Nell’arco trionfale (al termine della navata centrale che introduce al transetto) ci sono altri mosaici con storie dell’infanzia di Cristo. Queste sono scene di ambientazione raccolta e familiare, ma hanno una grande solennità cerimoniale. Qui c’è un abbandono delle regole prospettiche, la rappresentazione è frontale, la composizione è a fasce orizzontali, le indicazioni dell’ambiente sono irrilevanti e il fondo è quasi monocromo. Tutti questi elementi collegano tali mosaici alla corrente plebea dell’arte romana. MAUSOLEO DI SANTA COSTANZA (IV secolo). Ha la pianta rotonda coperta da una cupola semisferica, attorno corre un corridoio chiamato deambulatorio chiuso in alto da una volta a botte. Queste due parti sono divise tra loro da dodici coppie di colonne provenienti da edifici romani, su cui poggiano grandi archi in mattoni. Inizialmente era circondato da un portico. La luce che penetra dalle ampie finestre del vano centrale crea un contrasto tra la piena luminosità di esso e la semioscurità del deambulatorio che è privo di finestre. La volta a botte che copre il deambulatorio (il corridoio anulare) è decorata a mosaici. Qui si alterna una fitta tessitura di formelle con motivi decorativi di repertorio naturalistico e due grandiose piante di vite che abbracciano tutta la superficie della volta. I mosaici sono realizzati con grande maestria e raffinatezza e rivelano il vincolo ancora forte col naturalismo ellenistico. Su uno sfondo bianco si articolano dei disegni fini e dai colori vivaci. In alcuni è evidente il doppio significato tipico delle immagini simboliche usate nei primi secoli del Cristianesimo. La vendemmia, per esempio, è un richiamo al vangelo di Giovanni in cui Cristo dice ai discepoli: “Io sono la vite e voi i tralci”. BATTISTERO DI SAN GIOVANNI IN LATERANO (432 – 440). Ha una pianta ottagonale con una copertura a cupola, sorretta da due ordini di colonne. Costituì il prototipo per la maggior parte dei battisteri successivi. La forma ottagonale peraltro ha una valenza simbolica: sette sono i giorni della Creazione e l’ottavo giorno è quello della Resurrezione, della Pasqua. Lo spazio centrale è coperto da una cupola e il doppio ordine di colonne, disposte agli angoli dell’ottagono, dà una sensazione di leggerezza e armonia. Sotto la cupola, al centro, c’è la fonte battesimale e intorno all'ottagono interno delle colonne, corre un alto deambulatorio anulare, con soffitto decorato a cassettoni. Esternamente ha un aspetto molto semplice. Teodosio spostò una delle capitali dell’impero a Milano. BASILICA DI SAN LORENZO (Milano, fine IV secolo – inizi V secolo). E’ un organismo architettonico complesso: la pianta è quadrata, ai vertici si ergono quattro torri, a cui corrispondono all’interno quattro enormi pilastri. Su questi pilastri si impostava una cupola emisferica sfavillante di mosaici dorati (crollata nel 1103 per un terremoto). La forma esterna è quella di un quadrato con i lati trasformati, per ampio tratto, in curve. Le tre cappelle intorno all’edificio sono rimaste intatte. La cappella di Sant’Aquilino ha una pianta ottagonale all’esterno, mentre all’interno si alternano nicchie semicircolari e rettangolari. Il mosaico absidale dispiega gli apostoli a semicerchio (la posizione più logica e naturale in un catino absidale) attorno alla figura di Cristo in croce. Questi sono rappresentati come senatori romani, con la stessa veste e la stessa dignità. Il Cristo è giovane e senza barba, la sua solida volumetria è accentuata dalle pieghe della veste che ne disegnano il corpo. |
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