l termine “gotico” deriva dal nome della popolazione dei Goti che avevano devastato Roma nel 410. Viene dato dagli umanisti rinascimentali a questo periodo storico-artistico in senso dispregiativo, come sinonimo di stile barbarico e anticlassico.
Il Gotico nasce in Francia e si diffonde in tutta Europa attraverso l’ordine dei Cistercensi e i nuovi ordini mendicanti (Francescani e Domenicani) che stimolano una visione della religione più legata alle esigenze della vita terrena. Il Gotico è influenzato anche dalla “filosofia scolastica”, un’interpretazione in chiave cristiana del pensiero di Aristotele e ciò comporta un nuovo interesse per il mondo visibile, per la corporeità e per il reale. La spiritualità quindi è ancora il motore della conoscenza, ma il mondo non è più visto solo come un luogo di pericoli e di peccato in attesa della Salvezza, ma come una manifestazione della Sapienza divina che l’uomo è tenuto a scoprire, decifrandone, in chiave religiosa, i segreti.
A fine XI secolo il mondo feudale cominciò a lasciare il passo al mondo cittadino (per le migliori condizioni di vita che offriva la città rispetto alla campagna).
Il Gotico nasce in Francia e si diffonde in tutta Europa attraverso l’ordine dei Cistercensi e i nuovi ordini mendicanti (Francescani e Domenicani) che stimolano una visione della religione più legata alle esigenze della vita terrena. Il Gotico è influenzato anche dalla “filosofia scolastica”, un’interpretazione in chiave cristiana del pensiero di Aristotele e ciò comporta un nuovo interesse per il mondo visibile, per la corporeità e per il reale. La spiritualità quindi è ancora il motore della conoscenza, ma il mondo non è più visto solo come un luogo di pericoli e di peccato in attesa della Salvezza, ma come una manifestazione della Sapienza divina che l’uomo è tenuto a scoprire, decifrandone, in chiave religiosa, i segreti.
A fine XI secolo il mondo feudale cominciò a lasciare il passo al mondo cittadino (per le migliori condizioni di vita che offriva la città rispetto alla campagna).
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Il Gotico si fa iniziare nel 1140 quando a Parigi, l’abate Suger (cluniacense) di S. Denis, decise di ricostruire la chiesa. La nuova S. Denis doveva essere più grande e luminosa perché la luce è da considerarsi una manifestazione del divino e quindi deve entrare in grande quantità dentro l’edificio. Suger cerca questo splendore di luce colorata dentro la chiesa per dare ai fedeli un’esperienza di come doveva essere il Paradiso, una specie di materializzazione della visione della Gerusalemme celeste.
Per arrivare a questo scopo, bisogna fare più aperture lungo le mura esterne. I muri perimetrali perdono totalmente di importanza strutturale e potranno quindi essere sostituiti da un sottilissimo diaframma, le vetrate istoriate. Il peso delle volte viene scaricato verso il basso, sui pilastri, dai costoloni e quindi raccolto all’esterno dagli archi rampanti, completati dai contrafforti nei punti di scarico (questi sono ulteriormente appesantiti dai pinnacoli). Nelle proporzioni delle chiese romaniche, la navata centrale non aveva luce diretta; in quelle gotiche si allunga affinché superi quelle laterali e riceva luce diretta. Per dare ancora più luce si apre un grande rosone nella facciata e sul perimetro dell’abside si costruiscono una serie di cappelle radiali, anch’esse con vetrate istoriate. L’architettura gotica non è massiccia, ma agile, traforata, leggera e caratterizzata da un accentuato verticalismo (inteso come simbolico slancio verso il divino). Dal mondo arabo era arrivata la tecnica dell’arco a sesto acuto, altrettanto stabile dell’arco a tutto sesto, ma che poteva assumere altezze (frecce) e larghezze (luci) diverse, consentendo, nella volta a crociera, di creare campate rettangolari. Quindi si sostituisce la campata romanica (quadrata e coperta da una volta a crociera con archi a tutto sesto poggianti su pilastri) con quella gotica. La campata gotica, all’inizio, è a pianta quadrata con archi a sesto acuto. Le spinte laterali così diminuiscono e le mura portanti vengono alleggerite. Le spinte verticali aumentano e ci si accorge che quattro pilastri per ogni campata non bastano, allora se ne aggiungono altri due centrali. L’uso di molti più pilastri fa aumentare lo scheletro strutturale dell’edificio che sorregge il peso in modo più efficace rispetto alla muratura possente del periodo romanico. La soluzione finale sarà quindi composta da sei pilastri coperti da due volte a crociera, facendo così diventare la campata rettangolare. Di conseguenza il numero di campate raddoppierà, i pilastri diverranno più fitti e il ritmo interno della chiesa più serrato e veloce. I pilastri, cosiddetti “a fascio” si allungano a formare i costoloni delle volte, proprio come fossero un’ossatura sottile e resistente. Anche la pianta della chiesa si fece più complessa, con un deambulatorio (corridoio) nel coro e cappelle radiali intorno all’abside, adatte a conservare tesori, reliquie e oggetti di culto (non più all’oscuro nelle cripte). Gli elementi portanti sono isolati e ben visibili. Le principali novità quindi sono: • l’arco a sesto acuto (che permette, rispetto a quello a tutto sesto, una maggiore stabilità costruttiva delle volte e il sostegno di un peso superiore e inoltre risponde meglio allo smisurato sviluppo verticale); • la volta a ogiva costolonata (particolare volta a crociera in cui i costoloni, o nervature, a vista sporgono dalla muratura); • l’arco rampante (elemento intermedio che collega la spinta laterale delle volte ai contrafforti esterni); • l’esiguo spessore delle mura per ampi tratti sostituite da grandi vetrate colorate. L’arte della vetrata gotica si sviluppa in stretto rapporto con le esigenze dell’architettura e con l’importanza conferita alla luce. Dato che la tecnologia del tempo nella lavorazione del vetro non consentiva di ottenere lastre di grandi dimensioni, ogni finestra doveva necessariamente essere composta da più pezzi di vetro messi insieme. La vetrata è quindi un insieme di frammenti di vetro colorati accostati secondo un disegno, quindi legati da listelli di piombo montati su un’armatura in ferro che li ancora alla muratura della finestra. La pasta vitrea viene colorata con ossidi metallici e con diversi tipi di cottura. |